Non mi lasciare

Il corpo di Gilberto Ballarin viene ripescato dai sommozzatori della polizia nelle acque della laguna di Venezia. La vice questore Elena Zonin ritiene che il giovane sia stato rapito per essere messo in vendita sul web da una rete di pedofili.

Il piccolo Angelo scappa dalla casa famiglia in cui vive e va a Venezia, convinto di poter incontrare Elisa, una ragazza con cui sta comunicando online. Elena e Daniele catturano un losco personaggio detto 'il Cioro'.

Angelo si risveglia prigioniero in una stanza buia. Elena ottiene il permesso di riprendere le indagini assieme ad una squadra creata apposta per aiutarla a risolvere il caso e a smantellare la rete dei pedofili.

L'uomo che ha noleggiato la barca con cui Gilberto è stato rapito si chiama Pietro Tomà ed è cresciuto in un orfanotrofio. Elena si intrufola a casa sua e, leggendo i dati del suo computer, scopre che è implicato nel rapimento di Gilberto.

Elena va alla Casa Famiglia che ospitava Angelo. La psicologa che si occupava di lui lo descrive come un ragazzino forte, nonostante le apparenze potessero far pensare diversamente.

Elena e i suoi sono finalmente riusciti ad entrare nella chat incriminata e, nascondendosi sotto un profilo fasullo, riescono a ottenere un filmato di Angelo nel luogo in cui è prigioniero.

Elena si risveglia in ospedale, dopo essere sopravvissuta al pericolosissimo incidente. Nel frattempo, la sua squadra riesce a rintracciare Andrea, il carceriere di Angelo, mentre Andrea fugge ancora una volta.

Elena e Daniele riescono a ricostruire gli abusi perpetrati nell'orfanotrofio tramite le testimonianze delle persone coinvolte. Nel frattempo, Elena scopre un fatto sorprendente che mette in discussione tutto il percorso fatto per arrivare fin lì.